Tutte le strutture del corpo umano possiedono un certo livello di elasticità. Le ossa, le cartilagini, i muscoli, i tendini e i legamenti hanno propri coefficienti d’elasticità. Il Coefficiente d’Elasticità consiste nella capacità di un tessuto di tendersi e ritornare poi alla sua lunghezza originale.
Il Coefficiente d’Elasticità indica qual è la massima capacità elastica di un tessuto. Le ossa sono relativamente elastiche, ma si possono rompere se un peso supera il loro coefficiente d’elasticità. Lo stesso accade con gli strappi muscolari. Nel caso dei dischi intervertebrali, il loro coefficiente d’elasticità dipende dall’età e anche dal tipo di disco; infatti i dischi lombari possiedono un coefficiente d’elasticità più elevato di quelli cervicali, per il loro maggiore diametro e la loro maggiore altezza.Le ernie discali sono generalmente causate dalla rottura del coefficiente d’elasticità dovuta al fatto che il disco sta mantenendo o sopportando permanentemente un peso discendente (vertebrale, fasciale, tendinoso e muscolare) incorretto, dal cranio verso il basso, con una cattiva distribuzione vettoriale di forze. L’irregolarità nella distribuzione dei pesi, dovuta allo spostamento del centro di gravità del cranio e della colonna, causata da uno scorretto angolo di rotazione dell’Atlante, è una delle principali cause che favoriscono l’insorgere di ernie discali.
Il disallineamento intervertebrale minore, dell’Atlante o di un altro gruppo di vertebre, moltiplica il peso che il disco dovrebbe normalmente sopportare che può diventare fino a 6 o 10 volte maggiore di quello fisicamente ragionevole e naturale, motivo per cui il disco finisce per protendersi, avendo oltrepassato il suo coefficiente d’elasticità.
Quando si corregge il disallineamento intervertebrale minore dell’Atlante si genera un effetto domino discendente e progressivo attraverso cui, poco a poco, le vertebre tendono a ritrovare il loro curvatura normale fisiologica. Questo riallineamento della parte ossea comporta anche una migliore suddivisione dei pesi nei dischi intervertebrali. Nel momento in cui i dischi iniziano ad allinearsi, per effetto dei miglioramenti e dell’allineamento delle vertebre, essi cominciano a recuperare l’elasticità che avevano perduto; infatti, a un carico minore corrisponde un maggiore coefficiente d’elasticità. Ciò fa sì che la persona possa sperimentare un miglioramento o riassorbimento dell’ernia discale, in modo naturale e non invasivo. È comunque raccomandabile migliorare l’alimentazione e fare attenzione al sovrappeso e ad alcune attività e movimenti fisici, come alzare pesi o compiere movimenti bruschi.
Quindi, la ragione per cui le ernie discali lombari tendono a riassorbirsi settimane o mesi dopo l’applicazione del Metodo AtlasPROfilax® (vedere caso più sotto) è logicamente legata a un movimento di correzione delle fasce discendenti dall’occipitale al sacro. Questo meccanismo di correzione fasciale si manifesta grazie alla correzione del disallineamento dell’Atlante e genera un movimento correttivo che inizia a riconvertire la perdita e lo spostamento del centro di gravità del cranio e della colonna. La colonna tende a ritrovare il suo asse naturale e di conseguenza i dischi tendono a recuperare il loro coefficiente naturale di elasticità. Senza dubbio, il motivo principale per cui il disco tende a conservarsi correttamente e a riassorbire l’ernia, sempre che non ci sia una protrusione eccessivamente marcata e irrecuperabile, è legato a una causa biomeccanica. Se l’Atlante con un angolo di rotazione scorretto sposta il centro di gravità del cranio e questo si traduce in uno spostamento del centro di gravità della colonna, quando si corregge la posizione dell’Atlante, si recupera il centro di gravità del cranio a livello degli sfenoidi, a livello occipitale, parietale e temporale, suddividendo in maniera migliore i carichi a livello del cranio; ciò influenza positivamente la colonna che è costretta a seguire lo stesso asse del cranio e perciò a correggere la sua posizione. Questo cambiamento può manifestarsi in alcune settimane, in pochi mesi o in molti mesi, a seconda dell’età della persona, del suo stato di salute e delle sue abitudini. Il grado previo di deviazione della colonna e il grado di protrusione del disco sono altri fattori che influiranno sulla capacità e sul tempo di recupero e riassorbimento dell’ernia. La capacità autopoietica di ciascuna persona può influenzare il tempo di recupero.
Il periodo medio di recupero e riassorbimento nei pazienti esaminati (più di 700 pazienti sono stati oggetto di studio) si può stimare approssimativamente dai 9 ai 14 mesi, sebbene non esista un modello fisso nel recupero delle ernie discali e dei sintomi ad esse associati, come rachialgie e nevralgie.
In molti pazienti, specialmente nelle donne, il miglioramento e il riassorbimento di ernie discali e dei sintomi ad esse associati, dopo l’applicazione del Metodo AtlasPROfilax®, è accompagnato da una marcata riduzione e normalizzazione dell’iperlordosi lombare, miglioramento che si mantiene nel tempo.
Il paziente M. C. O. il giorno del Trattamento portò con sé una RM realizzata anteriormente, insieme a un referto radiologico indipendente, che riportava la diagnosi di Ernia discale L4-L5 con sporgenza e piccole protuberanze a livello di L2 –L3 e L3-L4.
Il giorno del controllo, sei mesi dopo il Trattamento, il paziente consegnò un’altra RM recente in cui l’ernia discale L4-L5 non era già più visibile, poiché si era riassorbita, e le protuberanze a livello di L2-L3 e L3-L4 erano migliorate; tutto questo era specificato nel referto del medico radiologo indipendente che aveva seguito il paziente attraverso la sua assicurazione medica privata.
I radiologi che compilarono i referti medici e che diagnosticarono un’ernia discale (prima) e un riassorbimento totale della stessa (sei mesi dopo l’applicazione della terapia), non sapevano, né prima né dopo, che il paziente si era sottoposto al Metodo AtlasPROfilax®. Le risonanze magnetiche furono realizzate in centri indipendenti, così come le diagnosi e i referti medici.
SINTOMI | DURATA | FREQUENZA | DOLORE (0/10) |
Dolore ai trapezi | 5 anni | 2 episodi per settimana | 8/10 |
Brachialgia dx. | 5 anni | 2 episodi per settimana | 5/10 |
Dolore lombare cronico che si acutizza specialmente la mattina e quando si inizia a camminare (con 2 ospedalizzazioni per dolori acuti) | 5 anni | Permanente, tutto il giorno | da 2 a 10/10 |
Sciatalgia Arto Inferiore Destro che aumenta in posizione statica | 5 anni | Frequente | da 3 a 10/10 |
Crampi su entrambi gli Arti Inferiori | 5 anni | Frequente | 8/10 |
Colon irritabile | Alcuni anni | Frequente | - |
Indolenzimento e rigidezza ai gemelli alla mattina |
| Frequente | - |
Epistassi | - | Molto frequente | - |
SINTOMI | MIGLIORAMENTO DEL SINTOMO | FREQUENZA |
Dolore ai trapezi | 70% miglioramento | Molto sporadica |
Brachialgia dx. | 70% miglioramento | Molto sporadica |
Dolore lombare cronico che si acutizza specialmente la mattina e quando si inizia a camminare (con 2 ospedalizzazioni per dolori acuti) | 70% miglioramento | Quasi nulla. Ora compie sforzi e pratica sport e attività che prima gli erano impossibili |
Sciatalgia arto inferiore destro che aumenta in posizione statica | 100% miglioramento | Non si è ripetuta |
Crampi a su entrambi gli Arti Inferiori | 70% miglioramento | Molto sporadica |
Colon irritabile | 80% miglioramento | Rare volte |
Indolenzimento e rigidezza ai gemelli alla mattina | 65% miglioramento | Sporadica |
Epistassi | 100% miglioramento | Non si sono ripetuti episodi di perdita di sangue |
Un equipe di medici seguì l’evoluzione di 584 casi di ernie discali per più di due anni, tra il 2007 e il 2008, per valutare l’efficacia del Metodo AtlasPROfilax® nel riassorbimento dell’ernia e nel miglioramento della sintomatologia.
Età media dei pazienti: | Divisione secondo il genenere: |
---|---|
54 anni | 68% uomini/ 32% donne |
Prima della terapia si realizzarono Risonanze Magnetiche della colonna lombare in proiezione assiale e sagittale. Si registrarono nella storia clinica del paziente il tipo di dolore, in particolare lombalgia e sciatalgia, la sua frequenza ed intensità. A tutti i pazienti fu praticata la tecnica AtlasPROfilax® e tutti furono sottoposti a un controllo dopo un mese per conoscere l’evoluzione della sintomatologia dolorosa associata all’ernia. Dopo un anno si realizzò un secondo controllo che includeva un esame radiologico lombare con RM, per poter compare quest’ultima con la prima RM in cui compariva l’ernia discale.
I risultati di riassorbimento delle ernie, secondo la comparazione delle due RM realizzate a un anno di distanza, furono i seguenti:
| Numero Pazienti | Percentuale | |
Casi con riassorbimento totale* | 220 | 37,7% | |
Casi con riassorbimento parziale | 265 | 45,4% | |
Casi senza riassorbimento | 99 | 16,9% | |
Casi totali | 584 | 100% |
* Nei casi di riassorbimento totale* il tempo medio è stato di 14 mesi. Il 95% dei pazienti che presentavano un riassorbimento totale dell’ernia, cioè il 37.7% non avevano realizzato altre terapie che potessero interferire con la valutazione dei risultati.
| Numero Pazienti | Percentuale |
Il dolore migliorò considerevolmente o scomparve totalmente | 523 | 89,5% |
Il dolore non migliorò né peggiorò | 13 | 2,2% |
Il dolore peggiorò | 48 | 8,3% |
Casi Totali | 584 | 100% |
Queste statistiche non includono casi di Ernia Lombare con Protrusione Posteriore al Midollo, nei quali i pazienti non riportano miglioramenti significativi né al primo né al secondo controllo.
Si può notare un’alta percentuale di regressione o miglioramento parziale o totale del dolore, così come riferiscono i pazienti dopo aver realizzato il Metodo AtlasPROfilax®. Curiosamente, anche nel segmento di pazienti nei quali l’ernia discale non presentava cambiamenti né miglioramenti e continuava ad essere sporgente, un’alta percentuale dei pazienti riportò miglioramenti della sintomatologia. Ciò è dovuto al fatto che parte dei dolori imputati all’ernia discale possono essere causati non da una radicolopatia o nevralgia associata all’ernia, ma da dolori muscolo-tendinei provenienti da catene discendenti dall’occipitale. Questo spiega perché persone che non presentano miglioramenti nella sporgenza dell’ernia dopo la tecnica, riportino comunque miglioramenti della sintomatologia e del dolore.
Un equipe di medici seguì l’evoluzione di 159 casi di ernie discali per più di due anni, tra il 2007 e il 2008, per valutare l’efficacia del Metodo AtlasPROfilax® nel riassorbimento dell’ernia e nel miglioramento della sintomatologia.
Età media dei pazienti | Divisione secondo il genero |
---|---|
52 anni | 59% uomini /41% donne |
Prima della trattamento si realizzarono Risonanze Magnetiche della colonna lombare in proiezione assiale e sagittale. Si registrarono nella storia clinica del paziente il tipo di dolore, in particolare cervicalgia e cervicobrachialgia, la sua frequenza ed intensità. A tutti i pazienti fu praticata la tecnica AtlasPROfilax® e tutti furono sottoposti a un controllo dopo un mese per conoscere l’evoluzione della sintomatologia dolorosa associata all’ernia. Dopo un anno si realizzò un secondo controllo che includeva un esame radiologico lombare con RM, per poter compare quest’ultima con la prima RM in cui compariva l’ernia discale.
I risultati di riassorbimento delle ernie, in base alla comparazione delle due RM realizzate a un anno di distanza, furono i seguenti:
| Numero Pazienti | Percentuale | |
Casi con riassorbimento totale* | 63 | 39,6% | |
Casi con riassorbimento parziale | 34 | 21,4% | |
Casi senza riassorbimento | 62 | 39,0% | |
Casi totali | 159 | 100% |
Antes de la terapia se realizaron Resonancias Magnéticas de la columna lumbar en cortes axiales y sagitales. Se anotaron en la historia clínica el tipo de dolor, especialmente cervicalgias o cervicobraquiálgias, su frecuencia y su intensidad. Se practicó a todos los pacientes la técnica AtlasPROfilax® y se les hizo un control de seguimiento al mes para saber sobre la evolución de la sintomatología dolorosa asociada a la hernia. Al año se les realizó un segundo control que incluía un examen radiológico cervical por RM para poder establecer comparativas respecto de la primera RM que mostraba la hernia discal.
Los resultados de reabsorción de las hernias en base a las dos RM comparadas con un año de diferencia fueron los siguientes:
* Nei casi di riassorbimento totale, cioè il 39.6%, il tempo medio è stato di 9 mesi. Il 93% dei pazienti che presentavano un riassorbimento totale dell’ernia non avevano realizzato altre terapie che potessero interferire con la valutazione dei risultati.
| Numero Pazienti | Percentuale |
Il dolore migliorò considerevolmente o scomparve totalmente | 123 | 77,5% |
Il dolore non migliorò né peggiorò | 6 | 3,6% |
Il dolore peggiorò | 30 | 18,9% |
Casi Totali | 159 | 100% |
Queste statistiche non includono casi di Ernia Cervicale con Protrusione Posteriore al Midollo, nei quali i pazienti non riportano miglioramenti significativi né al primo né al secondo controllo.
Si può notare un’alta percentuale di regressione o miglioramento parziale o totale del dolore, così come riferiscono i pazienti dopo aver realizzato la terapia AtlasPROfilax®. Curiosamente, anche nel segmento di pazienti nei quali l’ernia discale non presentava cambiamenti né miglioramenti e continuava ad essere sporgente, un’alta percentuale dei pazienti riportò miglioramenti della sintomatologia. Ciò è dovuto al fatto che parte dei dolori imputati all’ernia discale possono essere causati non da una radicolopatia o nevralgia associata all’ernia, ma da dolori muscolo-tendinei provenienti da catene discendenti dall’occipitale. Questo spiega perché persone che non presentano miglioramenti nella sporgenza dell’ernia dopo la tecnica, riportino comunque miglioramenti della sintomatologia e del dolore.